Oro. Metallo nobile, prezioso. Il più ambito e ricercato dalle persone di qualsiasi angolo del pianeta. Passano gli anni, i secoli e i millenni. Ma il valore dell’oro, la sua rilevanza e magnificenza restano immutate, oggi come ieri. La nobiltà del metallo giallo, oltretutto, si può evincere da svariati detti popolari, molti ancora in voga oggi, altri, invece, caduti letteralmente in disuso.
Tutti, però, fanno ben comprendere quanto la valenza dell’oro sia centrale in ogni singolo individuo, percepito anche come sinonimo di benessere, lusso o di una condizione personale particolarmente soddisfacente. Nel prosieguo dell’articolo, andremo a citare alcuni proverbi, detti o aforismi che celebrano l’oro.
Quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza
Una frase particolarmente significativa legato al metallo giallo, fu proferita da Erasmo da Rotterdam nel 1500. Parliamo, quindi, di oltre 500 anni fa, ma la veridicità di questa affermazione resta estremamente attuale: “quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza”. In altre parole, la magnificenza dell’oro batte qualsiasi cosa, anche discorsi, scritti o parlati, che siano hanno un filo logico calzante e veritiero.
Con questa frase, Erasmo da Rotterdam, secondo alcuni studiosi, cercava di far capire come l’essere umano potesse essere facilmente corruttibili dinanzi alla possibilità di arricchirsi. E come, in alcuni casi, le persone eloquenti, quelle all’apparenza più integerrime, potessero facilmente cadere nella trappola, talvolta mortale, del lusso e dell’arricchimento materiale.
Volgendo lo sguardo ad autori più recenti, una frase di Fausto Gianfranceschi è quanto mai significativa: “L’oro ha due sensi opposti e assolutamente inconciliabili: oggetto di desiderio per famelici avari, simbolo dello splendore divino”. In questa frase, con ogni probabilità, si racchiudono le differenti eccezioni dell’oro, simbolo di avidità, per quei soggetti che tendono ad arricchirsi a dismisura senza alcuna moralità, e di maestosa magnificenza ultraterrena.
L’oro, luccica di mite splendore
D’altro canto, se l’oro viene associato alla smania di arricchimento di un soggetto, è perché il suo valore, la sua straripante bellezza, non ha eguali nel mondo. Basta notare, in tal senso, le tante persone che si fermano davanti alla vetrina di un orafo e restano abbagliati dalla visione dei gioielli d’oro.
Essi, oltre a rappresentare un piccolo e meritato lusso, possono essere anche tramutati, in un secondo momento, in moneta contante, come ben sanno i cittadini capitolini che si rivolgono al compro oro di Roma nel quartiere San Giovanni. L’oro, quindi, può diventare anche un prezioso alleato nel momento stesso in cui decidiamo di spossessarcene.
La frase più bella, ancorché lunga ed al tempo stesso complessa, l’ha pronunciata probabilmente Friedrich Nietzsche: “Come è giunto l’oro ad avere il massimo valore? Perché non è volgare, non è utile e luccica di mite splendore; sempre esso dona sé stesso. Solo come riflesso della virtù più nobile, l’oro giunse al più nobile valore.”
Love in the only gold
Questo aforisma esplica, meglio di qualunque altro, quanto sia elegante l’oro. Quanto, già in epoche lontane, rappresentasse la bellezza più autentica, raffinata. Ed anche oggi, questa frase viene ritenuta assolutamente veritiera dalla maggior parte delle persone, che effettuano regali attinenti a questo nobile metallo solo ed esclusivamente alle persone ritenute affettivamente più vicine. E meritevoli di ricevere un dono così prezioso.
Nella realtà popolare italiana, l’adagio “il mattino ha l’oro in bocca” testimonia quanto sia estremamente positiva l’accezione del nobile metallo da parte della gente comune. Una frase che viene pronunciata quando ci si sveglia carichi, determinati, pronti ad affrontare una giornata pieni di entusiasmo e voglia di fare.
Un’altra frase alquanto esplicativa della concezione positiva dell’oro, è stata scritta da Alfred Tennyson: “Love is the only gold”. L’amore è l’unico oro. Chi trova l’amore, quello vero ed autentico, è come se avesse trovato una cascata d’oro: un paragone più calzante, in tal senso, non poteva essere inventato.