Abbiamo detto e ridetto che ogni Regione applica da tempo “il fai da te” per quanto riguarda il mondo del gioco d’azzardo mantenendo, però, una sorta di linea comune quando si tratta di iniziative “contro il gioco ed i casino online dal vivo” e per “la prevenzione del gioco problematico”. Prova ne è che tantissimi Comuni hanno emesso ordinanze relative agli orari di accensione e spegnimento delle “famigerate macchinette” e proposto iniziative per incentivare gli esercizi “no slot”, incentivi che si “traducono” in vari premi: chi “mette sul piatto” scontistica sulle tasse comunali in genere, chi su tasse particolarmente indicate, chi prolunga gli orari di chiusura degli esercizi.Praticamente di tutto un po’, come si dice. Basta che si vada “contro” il gioco e lo si limiti in ogni suo comparto: questo trova i detrattori tutti uniti in “un corpo solo” denominato appunto “no slot”.
Però, nella Regione Lazio si deve essere verificato qualche intoppo in quanto gli sportelli “stop azzardo” sono risultati chiusi nonostante la campagna sociale contro la dipendenza da abuso di gioco “Non lasciarlo perdere” promossa appunto da questa regione. Certamente, questo “risultato” è stato come ”sbattere la porta in faccia” ai cittadini che toccati da questa patologia scelgono di rivolgersi ai centri dislocati sul territorio per cercare di arginare il proprio disagio affrontandolo con responsabilità.
La campagna “Non lasciarlo perdere” era stata lanciata nello scorso mese di luglio a mezzo dei social network e dei media online, ed accompagnata da una serie di affissioni sui mezzi pubblici di Roma ed era solo l’ultimo step di una serie infinita di iniziative, o misure, promosse per attuare la legge per il contrasto al gioco problematico, approvata già nel 2013. Misure che contemplavano un finanziamento per un milione di euro per la costruzione della rete regionale degli sportelli “No Slot” con la conseguente apertura dei punti di ascolto e di accoglienza rivolti a coloro che fossero coinvolti nel gioco problematico sul territorio di Roma. I punti di ascolto risultano essere complessivamente 80 funzionanti in sette municipi di Roma ed in altri 67 Comuni della Regione Lazio.
Dopo tutta questa pubblicità al mondo dei migliori casino online, e questa presentazione sopratutto online, i punti di ascolto sono chiusi, o quanto meno buona parte di essi e chi è incappato in questo “disservizio” ha quasi sentito un “pugno nello stomaco”, vista la sensibilità di coloro che intendono “farsi aiutare”, superando già con tanta fatica la propria “barriera personale” per farsi curare, fatica che viene poi vanificata da questa realtà “mal funzionante”.
L’esempio del punto di ascolto di Tor Bella Monaca è il simbolo della disorganizzazione proprio in un punto della città dove sono state aperte in modo veramente sconsiderato molte sale slot che costituiscono, non vi è ombra di dubbio, una continua tentazione per coloro che hanno questa sorta di dipendenza. Alcuni cittadini, infatti, che si sono rivolti a questo “sportello” lo hanno trovato incredibilmente chiuso ed il servizio sospeso: la spiegazione sottoposta è stata quella che è in corso una futura riprogrammazione delle giornate di apertura sul territorio. In pratica come se un Pronto Soccorso ospedaliero chiudesse in attesa di sapere quando aprirà e di avere… “lavori in corso d’opera”!