Ormai, sembra praticamente superfluo pensare ad altre alternative se non ai giochi ed ai casino online per reperire i fondi che necessitano al nostro Esecutivo per coprire “i vari buchi” di bilancio. Con terrore, naturalmente, il settore aspetta le decisioni a venire visto che la manovra sarà “importante” e dovrebbe valere complessivamente 10-12 miliardi di euro, se non molti di più, e 500 milioni di entrate dovrebbero proprio arrivare dai giochi e dalle frequenze. Sembra che il Governo non si renda ben conto che sta giocando con una coperta “un po’ troppo corta e tirata” e sarà veramente una impresa ardua e difficile per i tecnici del Mef risolvere questa problematica “senza dolore per qualcuno”.
Certo che “questi tecnici” dovranno impegnarsi molto per individuare un qualsiasi piano di azione per giustificare ed attingere di nuovo fondi dal comparto del gioco. Questo, dopo la precedente stangata che è stata data agli operatori del gioco pubblico dalla quale non si sono ancora rinvenuti, e sopratutto dopo che la “sistemazione della distribuzione del gioco” ancora non è stata concordata, cosa che sta compromettendo il settore. La “bastonata” recente riservata agli apparecchi da intrattenimento attraverso l’aumento del prelievi di 4,5 punti percentuali per le slot e di mezzo punto per le Vlt dovrebbe essere un “ostacolo” per far intervenire ancora in quel comparto l’Esecutivo, anche se questa si è sempre dimostrata la strada più breve per recuperare fondi da parte del Governo.
Non sono state ancora elaborate delle stime precise per possibili interventi di “recupero fondi” da una ricognizione sui giochi e, quindi, i margini di intervento sembrerebbero pochissimi anche relativamente ad un intervento sul gaming online e delle scommesse, considerando che questi comparti sono ancora in attesa di bandi di gara pubblici per il rinnovo delle concessioni che avrebbero dovuto concludersi durante l’estate. Il gioco fisico segue una maggiore incertezza in quanto il rinnovo delle concessioni è legato alla “questione territoriale” che il Governo deve risolvere con gli Enti locali presumibilmente, si spera, in Conferenza Unificata.
D’altra parte, la scorsa finanziaria aveva già “messo all’aria” i conti del settore dei giochi e dei casino online autorizzati aams, aveva già revisionato il sistema fiscale, introducendo la tassazione sul margine, ed ogni intervento successivo sembrerebbe davvero prematuro oltre che scontentare ancora una volta gli addetti ai lavori. Ma già gli operatori del gioco sono in fermento perché ben sanno che è lì, da loro, che il Governo “pescherà… ed ancora una volta a piene mani”. Si potrebbe dare un occhio alla “terza sanatoria” sui Centri di Trasmissione Dati per aprire un’altra regolarizzazione fiscale per emersione, ma la Commissione Antimafia si è espressa in modo negativo e, quindi, questo percorso può rilevarsi inaccessibile.
Quindi, tolti questi segmenti, qualsiasi altro intervento non sarà in grado di far reperire i fondi che necessitano all’Esecutivo: anche una sorta di restyling normativo sui giochi “più vecchi”, sui quali non si è intervenuto negli ultimi anni, come per esempio il Totocalcio, alla fine muoverebbe poche centinaia di migliaia di euro. Sarà tutto abbastanza complicato per i tecnici che si occupano di “rastrellare quattrini”, quasi un rebus di difficile soluzione. Ma ogni tanto quando il Governo “ha bisogno di aiuto” non si potrebbe guardare a qualche altro settore?