Il trend di crescita delle richieste di un mutuo si conferma anche nei dati di Ottobre 2016. Ormai il tasso fisso fa la parte del leone rappresentando i due terzi dei mutui erogati. I tassi sono ai minimi, meno della metà dei tassi applicati sulla stessa tipologia di mutuo nel 2007. Al momento i mutui a tasso variabile sono ancora più convenienti ma sapere che la rata sarà la stessa oggi e fra trent’anni, al riparo da condizioni peggiori future fa pendere l’ago della bilancia a favore del tasso fisso.
Il mutuo a tasso variabile vede applicato un tasso composto dal tasso richiesto dalla Banca (Spread) sommato al tasso Euribor, attualmente negativo. La logica vorrebbe che 1 più (- 0,26) avesse come risultato 0,74 e questo dovrebbe essere il tasso applicato ma non è così: le Banche inseriscono nel contratto la clausola Floor, secondo cui il tasso applicato non può essere comunque mai inferiore allo Spread bancario. Bankitalia è intervenuta chiedendo agli Istituti di credito di non inserire tale clausola ma ciò avviene lo stesso. I consumatori possono richiedere alla Banca il rimborso della parte di interesse pagata in più in virtù di questo meccanismo ma solo se nel contratto non è stata specificamente inserita la clausola Floor.